Acero montano - Parco Don Bosco

Ciao, io sono Acer Pseudoplatanus, ma tutti mi chiamano Acero montano perché vivo in montagna e collina. Esistono altre specie, come quello campestre o riccio, che sono distinguibili da me per il loro frutto. Il mio è chiamato disamara perché ha due ali e due semi. Quando si staccano dal ramo iniziano a girare su sé stessi.Sono originario del Canada, ma ho viaggiato in Europa perché vengo utilizzato per decorare giardini e strade e dalla mia linfa i Romani ricavavano anche una bevanda alcolica. La mia altezza può raggiungere i trenta-trentacinque metri, ma solamente se mi trovo su un terreno favorevole per la mia crescita. Le foglie presentano sei/sette lobi o venature disposti come le dita divaricate di una mano, per questo vengono dette palmate. La loro parte superiore è verde scuro, mentre quella inferiore è più chiara e presenta una peluria immangiabile che serve a difendermi dai predatori. Il picciolo è lungo e rossastro, mentre le foglie cambiano colore a seconda delle stagioni. All’inizio sono verdi poi in autunno diventano gialle, rosse e marroni e infine cadono. Nel periodo di inflorescenza ho tanti fiori uniti che ricordano la forma di una pannocchia, la parte sopra è maschile ed è più profumata, mentre quella femminile, in basso, è meno evidente. La mia età la potete capire osservando il colore della corteccia: se è liscia e rossastra, sono giovane, invece se è ruvida e grigiastra, sono vecchio. 

DESCRIZIONE BOTANICA

Il nome volgare dell’albero è Acero Montano, il suo nome scientifico è Acer Pseudoplatanus. L’ambiente tipico in cui si può trovare questa pianta è in montagna e in collina. Il paese di origine è il Canada in America Settentrionale. Questa specie di albero è stata poi esportata in Europa. Le foglie presentano 6-7 lobi per questo si chiama palmata. Il picciolo è lungo e rossastro. La pagina superiore è più verde ed è opaca, mentre la pagina inferiore è verde grigiastro e presenta una peluria (forse dall’ultima glaciazione) che serve a trattenere l’umidità e per difendersi dai predatori. Le foglie sono attaccate a coppie, la posizione è detta opposta. È un albero caducifoglie ossia significa che le foglie cadono in autunno. Il colore delle foglie va dal giallo al verde e dal rosso al marrone a seconda delle stagioni. È una specie monoica cioè si trovano sia fiori maschili che femminili e anche maschili e femminili insieme. Presenta un fiore classico e nel periodo di inflorescenza tanti fiori si uniscono e formano dei fiori a forma di pannocchia. La parte sopra, cioè quella maschile, è più colorata e profumata, mentre quella femminile in basso è meno evidente. I frutti sono molto particolari e appena si staccano dalla pianta eseguono dei movimenti stupefacenti e cadono girando su loro stessi (per questo si dicono anche frutti che volano). Se il frutto presenta una sola ala si chiama SAMARA e ha un seme solo, mentre se ne presenta 2 si chiama DISAMARA e ha due semi. Il seme non matura subito ma ha un periodo di cilling (cioè calma) in cui riposa in uno stato di semi-ibernazione (6-14 settimane) e poi è pronto per germinare. L’altezza di questo albero varia e può andare dai 30 ai 35 metri di altezza ma non sempre raggiunge questa altezza perché dipende dal terreno in cui si trova. Da questa pianta si ricava lo sciroppo d’acero (in Canada) e dalla linfa si produce una bevanda alcolica. Il legno non viene utilizzato per il legname perché non produce molto calore. Viene piantato in giardini delle case perché le foglie in autunno si colorano di giallo-rosso. Osservando la corteccia si può capire l’età della pianta: se è liscia e rossastra la pianta è giovane, invece se è ruvida con placche che si staccano facilmente e grigiastra è più vecchia. Ci sono tre tipi di acero che si distinguono in base al loro frutto: Acero montano; Acero campestre; Acero riccio Questa specie ha bisogno di molta umidità.

 

FILASTROCCA

L’ALBERO E' VIVO

L’albero è un bambino con occhi, capelli e un nasino.

In primavera è nato, tutto striminzito e affamato.

In estate è cresciuto, con rami forti e un tronco possente.

In autunno le foglie sembravano ballerine leggere, che danzavano

nell’aria autunnale formando un quadro pittoresco e colorato.

In inverno è diventato spoglio, come un foglio che aspetta di essere

scritto.

È a riposo, è addormentato. 

Non disturbiamolo!

In primavera si risveglierà.

 

UN MITO...COME NACQUE LO SCIROPPO D'ACERO

In un tempo molto lontano, in un bosco dell'America Settentrionale, c'era un Acero montano che piangeva.

Il Dio degli alberi andò da lui a consolarlo e a chiedergli perché fosse triste. L'Acero rispose: «Nessuno vuole utilizzarmi per il legname perché non produco molto calore.» 

Il Dio degli alberi ascoltò addolorato la sua storia e volle aiutarlo. Così gli fece un dono: le lacrime dell'Acero divennero dolci come il miele. 

Qualche tempo dopo, passò di lì un bambino molto affamato, che vide il liquido sgorgare dall'albero e volle assaggiarlo. 

Era così buono, che volle condividerlo con la sua famiglia. Anche a loro piacque molto, tanto che lo diffusero in tutto il villaggio. Finalmente l'Acero si sentì utile e accettato e da allora gli uomini usano quelle dolci lacrime per preparare lo sciroppo d'acero.


CREDITS:

I.C. San Giovanni Ilarione - Scuola sec. I grado M. Marcazzan di San Giovanni Ilarione, CLASSE 1B con prof. Dirupo S., Drezza D.

AMEntelibera ETS, Tecla Soave e Alessandro Capitanio

Anno scolastico 2022/2023